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Basilica di San Petronio | L’ARCHIVIO MUSICALE
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L’ARCHIVIO MUSICALE

a cura di
Alessandra Chiarelli

Direttrice dell’Archivio Musicale della Fabbriceria di San Petronio

I. Storia

II. L’Archivio Musicale oggi

III. Attività in corso e previste


I. Storia

Il patrimonio conservato nell’Archivio Musicale della Basilica di S. Petronio attesta la produzione della storica Cappella che dalla metà del Quattrocento ha annoverato maestri ed esecutori tra i più accreditati. Tuttavia la raccolta si forma non tanto per deposito diretto dell’esecuzione quanto tramite donazioni e lasciti, o acquisti, dai compositori o dai loro eredi, puntualmente documentati da inventari tuttora conservati nell’Archivio generale. Insomma, anche se la Fabbriceria pagava l’allestimento e la copia della musica, questa restava presso l’autore che poi ne disponeva il deposito assieme ad altra in proprio possesso. I lasciti di Giovanni Spataro (in base al testamento del 27 luglio 1527, confermato più volte fino al 1540) e di Maurizio Cazzati (del 1678) aprono e chiudono, con poche eccezioni, il deposito nel tempo dei libri corali identificabili con quelli pervenuti (oggi conservati in un gruppo omogeneo contraddistinto da un numero oppure da una lettera iniziale seguita da un numero). Purtroppo è entrato poco del lascito di Giovanni Paolo Colonna, oggi sparsamente collocato in varie biblioteche (soprattutto a Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, a Oxford, Bodleian Library – deposito da Tenbury, St. Michael’s College – inoltre resta altra musica a Londra, British Library e Modena, Biblioteca Estense). Tuttavia con queste fonti e soprattutto con gli abbondanti lasciti di Giacomo Antonio Perti (con il testamento del 1759) e Giuseppe Maria Carretti (con il testamento del 1774) si forma la maggior parte della sezione attuale di manoscritti dal Sei fino al pieno Settecento (collocati in un nucleo omogeneo ordinato per lettera iniziale e numero. Seguono il lascito di Valerio Tesei (1794) e di Giovanni Andrea Callisto Zanotti (1817): musiche del tardo Settecento e primo Ottocento, riunite in un gruppo omogeneo in sé ma separato dalla sezione precedente, a mo’ di sua Appendice. Successive aggregazioni non sempre sono connesse alla Cappella o ai suoi maestri: gli acquisti delle composizioni di Stefano Antonio Sarti (1848), della musica sacra già di Giuseppe Pilotti (la sola accettata del fondo proposto dagli eredi nel 1864) e delle composizioni di Francesco Roncagli e di altri autori (1889); infine il dono (1911) da parte degli eredi del fondo di Tommaso Marchesi. Tutte queste musiche dall’Otto al Novecento sono ora collocate in un nuovo Fondo Moderno.
I manoscritti e le edizioni antiche (nel complesso circa 3500 dall’estremo 15. al 19. secolo) contengono in prevalenza ma non solo musica sacra: sono articolati in un’ampia tipologia della produzione vocale e strumentale del loro tempo, di grandi maestri della Cappella – come Giovanni Spataro, Andrea Rota, Maurizio Cazzati, Girolamo Giacobbi, Giovanni Paolo Colonna e Giacomo Antonio Perti – e di altri compositori tra i più noti, come Pierre Cadeac, Pierre Certon, Claude Goudimel, Cristòbal de Morales, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Tomàs Luis da Victoria, poi i Gabrieli, Orlando di Lasso, Luca Marenzio, Claudio Merulo, Claudio Monteverdi, Cipriano de Rore, Orazio Vecchi e ancora Domenico Gabrielli e Giuseppe Torelli. Questo patrimonio è da sempre inserito nel contesto dell’attività e della produzione bolognese, modello di riferimento della storia connessa alla musica sacra: infatti a Bologna sono attestate le scholae in epoca medioevale (presso l’Università), le cappelle musicali a partire dal Rinascimento (soprattutto presso la Basilica di San Petronio), le Accademie musicali nel Seicento, Settecento e oltre (in particolare l’Accademia Filarmonica), il Conservatorio. Gran parte dei maestri e compositori attestati nell’Archivio musicale di San Petronio fu sempre legata anche alle principali istituzioni storiche di musica della città; figura emblematica è Padre Giovanni Battista Martini, perno della vita musicale bolognese nel Settecento. Accanto a questo complesso di fonti, fanno parte del patrimonio musicale della Basilica anche i codici liturgici allestiti per impulso dei Bentivoglio a fine Quattrocento (contemporaneamente al coro ligneo di Agostino de’ Marchi da Crema e all’organo di Lorenzo da Prato) e miniati da vari artisti: oltre a qualche intervento del famoso Taddeo Crivelli, compaiono soprattutto Martino di Giorgio da Modena e successivamente Giovanni Battista Cavalletto.
Per un approfondimento si danno solo i riferimenti bibliografici di base essenziali e aggiornati. Per la storia della Cappella: OSVALDO GAMBASSI, La Cappella musicale di S. Petronio: maestri, organisti, cantori e strumentisti dal 1436 al 1920, Firenze, Olschki, 1987; per una prima traccia sulla consistenza e formazione dell’Archivio Musicale: OSCAR MISCHIATI, L’archivio musicale della Basilica di San Petronio a Bologna – nota informativa, in Vanitatis fuga, aeternitatis amor. Wolfgang Witzenmann zum 65. Geburtstag, «Analecta Musicologica», 2005, pp. 105-112; per i codici liturgici si rinvia al profilo sintetico ma perspicuo tratteggiato da GIORDANA CANOVA MARIANI, I corali, in La basilica di San Petronio in Bologna testi di vari, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio, 2003 (seconda edizione), II, pp. 249-267, in particolare 249-250 e 264, e alla documentazione e bibliografia ivi citate. Per la storia della Basilica e dell’archivio generale di S. Petronio si rinvia ai vari scritti di Mario Fanti; per gli organi storici agli scritti di Oscar Mischiati e Luigi Ferdinando Tagliavini. Per uno sguardo di sintesi sull’Archivio musicale con cenni a nuovi studi e ad intenti di valorizzazione cfr. ALESSANDRA CHIARELLI, L’Archivio musicale di San Petronio in Bologna: cenni di studio e valorizzazione, in La musica in Chiesa: le raccolte musicali negli archivi ecclesiastici dell’Emilia Romagna, Modena, Mucchi, 2015, pp. 103-132: da questo articolo sono tratte le notizie riportate nel presente sito.

II. L’Archivio Musicale oggi

L’Archivio Musicale è già inserito nell’Anagrafe Biblioteche dell’Istituto Centrale del Catalogo Unico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo.
Dal 2020 l’Archivio musicale è dotato di un proprio Regolamento basato su quello degli archivi arcivescovili della Diocesi, integrato da quello nazionale per le biblioteche statali.
Da tempo esiste una referente in attività volontaria, musicologa e bibliotecaria musicale (già ispettrice onoraria agli Archivi dell’Emilia Romagna) nella persona della d.ssa Alessandra Chiarelli, coadiuvata da personale interno della Basilica: i due economi succedutisi nel tempo (prima il rag. Mauro Amedeo Pernici poi il rag. Armando Tomesani) e un altro membro del personale (il sig. Michele Fortuzzi). Attività specifiche sono affidate ad esperti esterni, dott. Francesco Lora e dott. Raffaele Deluca (cfr. la voce “Attività in corso e previste”).
L’Archivio musicale è accessibile mediante accordi, tenuto conto della disponibilità del Primicerio e del personale all’interno del funzionamento dell’intera Basilica. La sede degli uffici e per la consultazione è Corte Galluzzi 13. I giorni e gli orari sono fissati su appuntamento, tenuto conto della disponibilità del Primicerio e del personale all’interno del funzionamento dell’intera Basilica. I servizi sono forniti in base alla disponibilità del personale adibito a tutti i servizi della Basilica:

  • consultazione su appuntamento;
  • informazioni (a distanza: risposta entro 10-15 giorni lavorativi);
  • riproduzioni (sul posto con mezzi propri; a distanza: risposta interlocutoria entro una decina di giorni lavorativi; immagini entro due settimane lavorative, salvi eventuali problemi o necessità particolari).

Per contatti, l’indirizzo mail è: archiviomusicale.sanpetronio@gmail.com

La massima parte del patrimonio è nota grazie a studi già pubblicati o in corso, ma anche a tesi dottorali soprattutto straniere, inedite ma importanti, sui compositori di spicco della cappella (Spataro, Rota, Cazzati, Giacobbi, Colonna, Perti e ancora Gabrielli e Torelli) e su altri di fama attestati nell’Archivio musicale (come Cadeac, Certon, Goudimel, Morales, Palestrina, da Victoria, poi i Gabrieli, Lasso, Marenzio, Merulo, Monteverdi, de Rore, Vecchi) . Inoltre parte delle fonti più preziose è già catalogata in linea nella base dati del Servizio Bibliotecario Nazionale, grazie a schede compilate in passato da catalogatori incaricati dal Répertoire International des Sources Musicales (RISM) e dall’Ufficio Ricerca Fondi Musicali della Biblioteca Nazionale Braidense; ma il patrimonio antico è descritto nella sua totalità solo nel catalogo a stampa degli anni Trenta del Novecento (Alfredo Bonora, Emilio Giani, Catalogo delle opere musicali teoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni del secolo 19, esistenti nelle biblioteche e negli archivi pubblici e privati d’Italia. Città di Bologna: Biblioteca della R. Accademia Filarmonica, Biblioteca privata Ambrosini, Archivio e museo della Basilica di S. Petronio, Parma, Officina Grafica Fresching, [1939?] (Associazione dei musicologi italiani). Ma le crescenti esigenze dell’informazione e della consultazione richiedono un adeguamento della struttura e del funzionamento dell’Archivio musicale e degli strumenti da esso prodotti per il servizio al pubblico. Così, all’interno dell’Archivio musicale è a stadio avanzato una descrizione breve che serve, insieme, da inventario topografico completo (comprendente anche sezioni aggiunte per acquisto o dono a partire dal sec. 19.) e da short list modellata per quanto possibile sulle regole nazionali di catalogazione della musica, basate su standard internazionali, e in attesa di poter effettuare la catalogazione in linea. Contestualmente procedono il condizionamento in contenitori durevoli per la conservazione (dei contenitori storici e del loro corredo di antiche segnature è comunque curata la conservazione) e la collocazione in locali più adeguati precedentemente rinnovati. Una prima catalogazione in linea (visibile mediante la base dati nazionale SBN) è attuata per i codici liturgici secondo norme e standard nazionali, aggiornati e specifici per i manoscritti musicali.

III. Attività in corso e previste

1. Generali

2. Studi e ricerche

1. Generali

Per le attività in corso, da tempo l’Archivio conta su una referente in attività volontaria, dott.ssa Alessandra Chiarelli – musicologa, bibliotecaria musicale e già ispettrice onoraria agli archivi per l’Emilia Romagna – coadiuvata dai due economi interni succedutisi nel tempo (prima il rag. Mauro Amedeo Pernici poi il rag. Armando Tomesani) e da un altro membro del personale (il sig. Michele Fortuzzi). Grazie a tutti questi, sono stati attuati lo spostamento in locali più idonei, una lista sintetica del materiale più recente (prima non dotato di registrazione), la verifica capillare del patrimonio antico e il suo riordino e condizionamento in contenitori adeguati e durevoli per la conservazione; dei contenitori storici pervenuti e del loro corredo di antiche segnature è comunque curata la conservazione contestuale. Inoltre è in corso avanzato una descrizione breve che serve, insieme, da inventario topografico completo (comprendente anche le sezioni aggiunte per acquisto o dono a partire dal sec. 19. e finora prive di ogni registrazione) e da short list modellata sulle regole nazionali di catalogazione della musica, basate su standard internazionali, in attesa di poter effettuare la catalogazione in linea. Questa attività è curata dalla referente d.ssa Alessandra Chiarelli, coadiuvata in alcune sezioni da un altro studioso esperto, dott. Francesco Lora. Sempre in corso avanzato è la catalogazione in linea dei codici liturgici, visibili mediante la base dati nazionale SBN; catalogazione effettuata secondo norme e standard aggiornati e specifici per i manoscritti musicali, a cura di un altro bibliotecario musicale e catalogatore esperto delle fonti di questa natura e degli standard corrispondenti, dott. Raffaele Deluca. Una risposta più adeguata alle esigenze degli utenti attuali richiede, oltre all’inventario / descrizione breve in via di completamento, almeno la completa catalogazione in linea secondo il Servizio Bibliotecario Nazionale e la digitalizzazione in linea secondo Internet Culturale. Infine è opportuno provvedere all’inserimento della descrizione dell’Archivio Musicale nella base dati del Portale Archivi della Musica. Tutte queste attività sono in previsione.
Un primo passo per tutte le attività programmate si era tentato con il progetto MusicArE, presentato alla Commissione valutatrice dei progetti europei, messo a punto dall’Archivio Musicale della Basilica (capofila) e da un gruppo di lavoro comprendente anche l’Università di Bologna, Dipartimenti delle Arti e dei Beni Culturali, avendo come partenariato straniero cinque Paesi coinvolti (Spagna, Francia, Olanda, Slovenia, Armenia), ognuno con una istituzione detentrice delle fonti interessate e una università/accademia, attiva nel loro studio/diffusione; nell’insieme diciassette istituzioni partecipanti, incluse quelle italiane. L’obiettivo generale di MusicArE era valorizzare il patrimonio di musica sacra, grazie alla sua digitalizzazione, catalogazione, studio (convegni e conferenze indirizzate a diverse tipologie di pubblico), diffusione a tutti i livelli (rassegne, concerti, interventi presso le scuole, ecc., nonché una app in grado di realizzare visite virtuali delle principali istituzioni di musica sacra, con ricostruzioni storiche). Le attività dell’Archivio musicale prevedevano: l’archiviazione digitale di parte delle fonti; la loro catalogazione in linea secondo SBN; studi in collaborazione con l’Università di Bologna, Dipartimento delle Arti con pubblicazione finale (nella quale si prevedeva di inserire anche la descrizione breve oggi in corso).
Contestualmente a queste attività generali, occorre un’informazione approfondita sull’entità e la storia del fondo musicale, ossia studi e pubblicazioni che proseguano quelli già compiuti e in corso, possibilmente in sinergia con le istituzioni musicali storicamente legate. È già in programmazione uno studio per pubblicazione, già avviato a cura della referente e degli studiosi citati.

2. Studi e ricerche
La sola bibliografia essenziale relativa all’Archivio musicale di San Petronio  basta ad attestare l’ininterrotta attività di ricerca ad esso relativa, anche da parte di studiosi interni successivi nel tempo.

Per la storia della Cappella: OSVALDO GAMBASSI, La Cappella musicale di S. Petronio: maestri, organisti, cantori e strumentisti dal 1436 al 1920, Firenze, Olschki, 1987;.
Per una prima traccia sulla consistenza e formazione dell’Archivio Musicale: OSCAR MISCHIATI, L’archivio musicale della Basilica di San Petronio a Bologna – nota informativa, in Vanitatis fuga, aeternitatis amor. Wolfgang Witzenmann zum 65. Geburtstag, «Analecta Musicologica», 2005, pp. 105-112.
Per i codici liturgici si rinvia al profilo sintetico ma perspicuo tratteggiato da GIORDANA CANOVA MARIANI, I corali, in La basilica di San Petronio in Bologna testi di vari, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio, 2003 (seconda edizione), II, pp. 249-267, in particolare 249-250 e 264, e alla documentazione e bibliografia ivi citate.
Per la storia della Basilica e dell’archivio generale di S. Petronio si rinvia ai vari scritti di Mario Fanti.
Per gli organi storici si rinvia agli scritti di Oscar Mischiati e Luigi Ferdinando Tagliavini.
Per uno sguardo di sintesi sull’Archivio musicale con cenni a nuovi studi e ad intenti di valorizzazione cfr. ALESSANDRA CHIARELLI, L’Archivio musicale di San Petronio in Bologna: cenni di studio e valorizzazione, in La musica in Chiesa: le raccolte musicali negli archivi ecclesiastici dell’Emilia Romagna, Modena, Mucchi, 2015, pp. 103-132: da questo articolo sono tratte le notizie riportate nel presente sito.
A questi si aggiunge una ricca bibliografia di studi specifici su singoli maestri o compositori dell’antica Cappella (in particolare Spataro, Colonna, Perti, Torelli, ma anche Cazzati e Gabrielli).
All’interno è inoltre in programmazione uno studio per pubblicazione, già avviato a cura della referente e degli studiosi attualmente attivi nell’Archivio musicale e inteso a sottolineare il profondo e intrinseco legame storicamente sempre attivo tra San Petronio, San Francesco, l’Accademia Filarmonica e successivamente il Conservatorio, e comprendente il nuovo inventario in forma di descrizione breve ormai in fase di ultimazione.