Omelia del Card. G. Lercaro

Omelia del Card. G. Lercaro (4-X-1956)(Avvenire d’Italia, 5-10-1956, p. 4)

I bolognesi hanno festeggiato ieri il loro massimo Patrono, san Petronio. La giornata è stata caratterizzata da una atmosfera di festa, che ha animato più del consueto le vie del centro, e dalle solenni cerimonie religiose svoltesi nella Basilica petroniana, alla presenza di folle di fedeli. I più urgenti e importanti problemi della Diocesi, e in primo luogo quello delle Chiese di periferia, sono stati prospettati ai cattolici bolognesi dal Cardinale Arcivescovo, in due magistrali discorsi, tenuti al mattino, durante il solenne Pontificale, e al pomeriggio, in piazza Maggiore, al termine della processione con la reliquia del sacro Capo di san Petronio.
Rivolgendosi alla folla che gremiva il massimo tempio cittadino per assistere al Pontificale, iniziato alle ore 11, il Cardinale ha posto l’accento sui motivi per cui san Petronio ha potuto lasciare una così durevole impronta sullo spirito e sullo sviluppo della città, tanto che ancora oggi Bologna tende a dirsi petroniana. Innanzitutto egli fu il buon Pastore, che difende il suo gregge. Il grande Vescovo si trovò di fronte alla larga, facile e quasi inesplicabile diffusione dell’eresia ariana, tanto vasta che ad un certo momento il mondo ebbe la sensazione di essere ariano. Petronio la combattè strenuamente senza risparmio di energie. Anche noi, oggi, ha proseguito il Cardinale, ci troviamo di fronte all’eresia più grande dei nostri tempi, diffusasi in modo altrettanto largo e inesplicabile: l’eresia comunista, levata non solo contro Cristo, anche contro Dio. Di fronte ad essa il Vescovo deve difendere il gregge, ma è anche il gregge che deve difendersi, non farsi trovare disarmati di fronte all’errore, avere una conoscenza piena della verità cristiana.
«L’istruzione religiosa è necessaria ai fedeli, ha detto il Cardinale, ed io sento con ansia profonda questo compito; vi chiedo quindi di rendervi consapevoli della troppo vasta ignoranza della dottrina cristiana, e del dovere di istruirvi adeguatamente». Sua Eminenza ha quindi illustrato il significato e la bellezza della Santa Liturgia, «quasi anticipazione della realtà eterna», affermando che è in atto una vasta azione tesa a portare tutti i fedeli alla partecipazione larga e piena all’atto più importante della Liturgia: la Santa Messa, la più grande realtà della vita.
Avviandosi alla conclusione, il Cardinale ha detto che san Petronio è il Vescovo che ha costituito, amando e insegnando l’amore, una comunità spirituale che ancora oggi, nonostante il mutare dei tempi, ha conservato l’impronta che ad essa Petronio impresse. «Chiediamo al Santo Patrono che questa impronta cristiana e petroniana, si accentui sempre più».

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