MICHELANGELO E LA BASILICA


Tra i numerosi artisti che contribuirono a evidenziarne la maestosità, San Petronio annovera anche un nome altisonante: quello di Michelangelo Buonarroti, leggendario protagonista del Rinascimento italiano. Artista poliedrico, fu infatti scultore, pittore, architetto e poeta,contribuì alla decorazione della basilica con quella che forse, tra le tante, era la sua disciplina preferita: la scultura, che lo consacrò e lo rese famoso in Italia e nel mondo, nei secoli a venire.
Neanche trentenne, nel 1506, il giovane Michelangelo si recò a Bologna per riappacificarsi con papa Giulio II, che aveva appena riconquistato la città delle Due Torri, scacciando i Bentivoglio. Per appianare le divergenze passate, il papa commissionò al Buonarroti un suo ritratto in bronzo, da porre sulla facciata principale della basilica bolognese. Seduto su un trono, in posizione seduta e benedicente, il ritratto di Giulio II, al secolo Giuliano della Rovere, avrebbe dovuto fare da monito ai cittadini per ricordare chi era il padrone della città. Questo dimostra come il pontefice di origine ligure non facesse nulla per evitare soprannomi come “ il papa guerriero” o il “ terribile”, ma anzi, cercasse proprio una rivendicazione temporale del potere.
Realizzata nel giro di poco più di un anno, nel febbraio del 1508 la statua fu pronta per completare il piano di partenza. Issata e posta di fronte alla basilica, ebbe però vita breve, esattamente tre anni. Nel 1511, infatti, i Bentivoglio si ripresero la città, facendo immediatamente rimuovere la statua dell’odiato Della Rovere: fatta a pezzi dal popolo stesso, i suoi frammenti vennero venduti al Duca di Ferrara, Alfonso d’Este, che li fece fondere per ricavare una colubrina (una sorte di cannone), chiamata “la Giulia” .