CAPPELLA DI SAN BERNARDINO


Ultima della navata sinistra, l’undicesima in ordine numerico, la cappella di San Bernardino, già della Fabbriceria, è famosa per la presenza dei due fianchi della cassa lignea più antica, realizzata nel ‘400 da Lorenzo da Prato, organario tra i più celebri del tempo: recuperati durante i lavori di restauro dello strumento, datati 1984, furono lì collocati nello stesso anno, dopo esser rimasti a lungo all’interno della gran macchina decorativa.
Dipinti da Amico Aspertini nel 1531, furono riempiti dal pittore bolognese, nella sua maniera rapida e spregiudicata, con storie della vita di San Petronio: quattro, per l’esattezza. In ordine: la consacrazione, il suo ingresso a Bologna, la predica e il miracolo dell’operaio risanato, per il totale di una quadrilogia tra le più importanti e famose testimonianze della vita del santo.
I dipinti, nonostante l’abbandono plurisecolare, furono ritrovati in ottimo stato di conservazione, poi restaurati da Piero Tranchina: mostrano inoltre, non troppo velatamente, la straordinaria potenza inventiva del pittore e la sua impareggiabile capacità di “distruggere” ogni stereotipo, con quella sua personale genialità di stampo popolaresco.
Tra l’undicesima cappella e l’ingresso del Museo si trova inoltre la memoria del generale Antonio Felice Monti, luogotenente generale dell’esercito francese del 1738.