
XIV. Cappella Sant’Antonio da Padova
Già dei Saraceni, poi Cospi. Questa cappella, conserva, unitario ed intatto, l’intero apparato decorativo antico, eseguito fra il 1524 ed il 1526 dal pittore e scultore Girolamo da Treviso per Giovanni Antonio di Girolamo Saraceni, mercante bolognese.
L’artista, in quegli anni, eseguì la statua di S. Antonio che si trova sopra l’altare, e dipinse ad olio su muro le storie del Santo, entro classica trabeazione, alle pareti.
La monumentale vetrata venne eseguita in due tempi diversi; dapprima vennero eseguiti il rosone, rappresentante S. Antonio, i due occhi con L’Annunciazione ed i quattro ornati nelle ogive su cartoni di Pietro Vannucci detto “il Perugino”(attorno al 1518); poi, nella seconda metà del sec. XVI, vennero aggiunti gli otto santi: dall’alto e da sinistra, Ambrogio, Pietro e Petronio, Luca, Giovanni e Marco, di un plasticismo prorompente, su cartoni di Pellegrino Tibaldi.
La decorazione della parte alta della cappella venne aggiunta nel 1662 per volontà del marchese Ferdinando Cospi.
Fulgenzio Mondini, buon allievo del Guercino, vi rappresentò la morte di S. Antonio (a destra) e la sua canonizzazione (a sinistra) entro un’ampia e ben congegnata quadratura di Giacomo Alboresi, che seppe inserire con grande abilità le fantasie del barocco entro i rigidi spazi dell’architettura gotica.
Il paliotto, in broccato, d’argento e seta, risale al sec. XVIII, mentre i due angeli reggicandelabro in ceramica, ai lati della statua, sono calchi moderni di quelli eseguiti da Nicolò dell’Arca e da Michelangelo per l’arca di S. Domenico.
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