
I. Cappella di S. Abbondio
In precedenza dedicata a S. Giorgio, fu dei Dieci di Balia, poi della Provincia. Secondo alcuni studiosi fu nei pressi di questa cappella che, il 24 febbraio 1530, Carlo V sostò per rivestire il manto imperiale prima di essere incoronato, ma il fatto non è certo, così come non è facilmente comprovabile l’altra tradizione secondo la quale sarebbe stata celebrata la prima S.Messa, nella basilica ancora in costruzione, il 4 Ottobre 1392.
La decorazione interna della cappella venne totalmente ristrutturata nel 1865 su disegno dell’architetto Albino Riccardi.
La transenna con la Madonna nella lunetta dipinta da Luigi Masetti; l’altare con la statua marmorea di Sant’Abbondio scolpita da Giuseppe Pacchioni e la vetrata opera di Giuseppe Bertini sono, invece, opera di un restauro del 1867.
Nelle pareti laterali è possibile ammirare degli affreschi simbolici di Giovanni da Modena: a partire da destra vi è la redenzione del peccato originale, a sinistra il trionfo della Chiesa sulla Sinagoga, accompagnati da relative leggende in esametri leonini; al di sotto emergono gli stemmi, in arenaria, dei Dieci di Balìa.
Tra la prima e la seconda cappella è collocata la Croce di Porta Ravennate, una delle quattro che la leggenda petroniana vorrebbe collocate dal Santo, qui trasportate nel 1798: fu scolpita da Alberico e dal figlio Pietro nel 1159 e reca da un lato il Crocifisso, dall’altro Cristo benedicente.
Nella parete retrostante, un affresco, di Giovanni da Modena , venne riscoperto durante i restauri del 1922 e rappresentante nella parte superiore, l’allegoria delle fortune terrene e delle fortune celesti e, in quella inferiore, la Madonna col Bambino in trono fra i santi Antonio Abate e Caterina.
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