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Basilica di San Petronio | Cappella Musicale - Basilica di San Petronio
La Cappella musicale venne istituita da Papa Eugenio IV nel 1436. Nel 1657, con la nomina di Maurizio Cazzati, la cappella aumentò il suo prestigio.
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LA CAPPELLA MUSICALE

1. La storia della Cappella Musicale

2. La Cappella Musicale oggi

1. La storia della Cappella Musicale

 

Nel 1436 viene fondata da Papa Eugenio IV, una “schola cantorum”, regolata da un maestro del canto al fine di assicurare il giusto decoro ai riti officiati nella basilica. Essa costituì il primo nucleo della Cappella musicale, la cui struttura originaria comprendeva solamente il maestro e dagli otto ai quattordici membri.

Dal 1449 essi furono affiancati da un organista, mentre la presenza di altri strumentisti nell’organico stabile è registrata a partire dal 1560.

 

Nei due secoli successivi la cappella sperimenta e perfeziona le importanti innovazioni che in quel tempo si affacciavano nel campo della musica sacra.

Il momento di massimo splendore dell’istituzione, invece, coincide con la presenza di personaggi illustri fra il cinquecento e il seicento, quali: il teorico e compositore Giovanni Spataro (maestro di cappella dal 1512 al 1540), Andrea Rota (1583-1596) e Girolamo Giacobbi (1604-1629).

 

Con la riforma operata da Maurizio Cazzati, nel 1657, che includeva un numero superiore di cantori e l’aggiunta di strumentisti come trombettisti e pifferai, ebbe inizio il secolo d’oro della Cappella di S. Petronio.

Essa divenne celebre in tutt’Europa per la magnificenza delle sue esecuzioni, che coinvolgevano fino a centocinquanta elementi fra solisti vocali, coristi e strumentisti, la dottrina dei maestri che si avvicendarono alla sua guida (Giovanni Paolo Colonna nel 1674 e Giacomo Antonio Perti nel 1796), la qualità dei suoi musicisti, fra le fila dei quali suonarono Giovanni Battista Vitali, Domenico Gabrielli, Giovanni Bononcini, Arcangelo Corelli, Giuseppe Torelli, Giuseppe Jacchini.

 

Il ruolo della Cappella fu determinante non solo nell’ambito della polifonia sacra, ma anche in quello della musica strumentale: sotto le volte della Basilica videro la luce i primi esperimenti di ‘concerto grosso’ e le prime pagine del repertorio per violoncello.

Tra il XVII e il XVIII secolo vennero create nuove forme musicali come il concerto grosso, grazie anche all’apporto di maestri di fama nazionale tra le file degli strumentisti.

 

Successivamente, tra l’800 e il ‘900, si assiste a un’inesorabile decadenza dell’istituzione, dovuta sia al diminuito appeal del genere, sia alla volontà di riforma del canto sacro per adattarlo a uno stile prettamente europeo.

Il venir meno delle tradizioni e il lento andarsene dei cantori segnano la fine vera e propria della Cappella, ridotta a sporadiche riunioni in occasioni importanti. Tuttavia nel 1984 viene ricostituita e dal 1996 prende il nome di “Arcivescovile”.

2. La Cappella Musicale oggi

 

Dopo mezzo secolo di silenzio, essa è stata rifondata con due finalità istituzionali: promuovere il decoro della liturgia attraverso il canto e la musica sacra; riscoprire e valorizzare il patrimonio musicale conservato nel ricchissimo archivio della Basilica.

 

Con l’intento di perseguire al meglio questo secondo obiettivo, la Cappella si è dotata di un’orchestra con strumenti originali, la prima d‟Italia, e ha instaurato una solida collaborazione con i più accreditati interpreti della cosiddetta “musica antica”: tale impostazione ha reso possibile la riproposizione storicamente informata di molti capolavori dimenticati, restituiti all’ascolto del pubblico secondo criteri esecutivi e, dunque, con esiti sonori più fedeli possibili a quelli in essere all’epoca della loro composizione.

 

D’altra parte, in S. Petronio si conservano intatti la grande cantoria a ferro di cavallo e i due inestimabili organi di Lorenzo da Prato (1475) e Baldassarre Malamini (1596): sono giunti sino a noi non solo le fonti musicali ma anche lo spazio esecutivo originale e gli strumenti storici.

 

La Cappella ha tenuto concerti in tutt‟Europa e vanta un’ampia discografia; l’ultimo CD, dedicato alla Messa a tre cori di Giacomo Antonio Perti, è stato pubblicato da Dynamic nel 2012 e ha ottenuto il riconoscimento dei ‘5 diapason’ dalla più autorevole rivista musicale francese.